Un stretta relazione bidirezionale intercorre tra cuore e cervello e scorre in un circuito nervoso collegato al nervo vago.
Questo circuito, acceso quando il battito cardiaco a riposo aumenta, potrebbe spiegare il legame che unisce malattie neurologiche e cardiovascolari.
Un valido esempio è la depressione a ictus e infarto.
A rivelarlo è uno studio pubblicato sul Journal of the Royal Society Interface da un gruppo tutto italiano, formato dal Centro di Ricerca ‘E. Piaggio’ dell’Università di Pisa, l’Università di Roma-Tor Vergata, il Politecnico di Milano e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
Anche se non ce ne accorgiamo, la frequenza cardiaca varia moltissimo quando siamo a riposo.
Questo non avviene in maniera casuale, ma secondo dinamiche ben precise, governate dal nervo vago.
Per capire la ragione di questa variabilità, i ricercatori hanno preso in esame 34 volontari.
Era stata monitorata la loro attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica funzionale a riposo, mentre veniva registrato il battito cardiaco come misura indiretta del nervo vago.
Queste aree formano la Rete Autonomica Complessa Centrale (Ccan).
Quando è accesa diminuisce l’attività del nervo vago (che agisce come un freno sul cuore) e aumenta il battito cardiaco.
I risultati suggeriscono che le aree Ccan e quindi le connessioni complesse cuore-cervello possano essere compromesse nel caso di disturbi psichiatrici e neurologici.
Questa rete potrebbe anche essere alla base del legame tra depressione e patologie cardiovascolari come ictus e malattie coronariche.
Prendersi cura della psiche è quindi importante anche per un corretto funzionamento del cuore.
L’agopuntura può rappresentare un valido strumento per mantenere in equilibrio cervello e cuore.
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