Ozono: l’evoluzione dell’ossigeno-ozonoterapia

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Dalla ozonizzazione dell’acqua alle insufflazioni endorettali

Storia dell’ozono

Un chimico olandese di nome Van Marum fu probabilmente la prima persona a rilevare il gas dell’ozono durante i sui esperimenti con l’elettrificatore e ne citò l’odore caratteristico.

Tuttavia solo nel 1832, in un trattato di Schönbein, la scoperta dell’ozono venne menzionata.

La presentazione di questa scoperta avvenne successivamente all’università di Monaco.

Schönbein aveva notato lo stesso odore caratteristico durante i suoi esperimenti che Van Marum aveva provato ad identificare precedentemente.

Chiamò questo gas “ozono”, che deriva da ozein; la parola greca per profumo.

Inoltre, Schönbein è ricordato come la prima persona che ricercò i meccanismi di reazione tra ozono e materia organica.

Nel 1856, 24 anni dopo la sua scoperta, l’ozono è stato utilizzato in un ambiente sanitario per disinfettare sale operatorie e sterilizzare gli strumenti chirurgici.

Poi, verso la fine del XIX secolo, l’ozono venne utilizzato per disinfettare l’acqua potabile da batteri e virus e questa pratica si consolidò in Europa continentale.

All’epoca disinfettare l’acqua voleva dire renderla potabile e prevenire quelle catastrofiche gastroenteriti che spesso causavano malattia e anche morte, in assenza di antibiotici.

Il chimico francese Marius Paul Otto ricevette un dottorato dall’università francese, per il suo saggio sull’ozono.

Fu la prima persona a fondare un’azienda specializzata nella produzione di installazioni ad ozono: “DES Eaux et de l’Ozone di Compagnie”.

Le prime applicazioni tecniche dell’ozono ebbero luogo a Oudshoorn, Paesi Bassi, nel 1893.

Questa installazione dell’ozono fu interamente studiata da scienziati francesi.

Un’altra unità fu installata in seguito a Nizza, nel 1906.

Da allora, l’ozono fu utilizzato continuamente a Nizza, portando Nizza ad essere chiamata “il luogo di nascita dell’ozono come trattamento dell’acqua potabile”.

Voglio ricordare, per onor di cronaca, che nel 1892 Vincenzo Tiberio osservò che l’acqua del suo pozzo era abitualmente potabile.

Scoprì che in seguito ai lavori di pulizia del pozzo, con asportazione delle muffe verdeggianti ampiamente distribuite sulle pareti, l’acqua provocava spiacevoli enterocoliti.

Dopodiché, al riformarsi delle muffe, l’acqua tornava ad essere potabile.

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Nel 1895 Tiberio pubblicò le sue ricerche in vitro e in vivo sul potere battericida degli estratti acquosi ottenuti da tali muffe.

Concluse affermando che gli estratti in questione avevano un’azione preventiva e terapeutica.

L’ozono trovò il suo maggior utilizzo durante la prima guerra mondiale (1915-1918) non solo per rendere potabile l’acqua ma anche per disinfettare le ferite.

Questo perché la scoperta dell’antibiotico, la Penicillina, grazie a Fleming, è avvenuta solo nel 1928.

Quest’ultima è stata prodotta solo a partire dal 1943 da una industria farmaceutica americana.

La Penicillina venne ampiamente utilizzata negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, mettendo da parte l’ozono.

La scoperta della Penicillina e l’uso del cloro hanno frenato l’utilizzo dell’ozono fino al 1977.

A partire dal ’77 la produzione dell’ozono raggiunse nuovamente il record precedente con le installazioni dell’ozono in uso in tutto il mondo.

Oggi il cloro è ampiamente usato nella disinfezione delle acque ma si conosce benissimo l’effetto nocivo dei suoi sottoprodotti trialometani (THM).

Conosciamo benissimo anche l’effetto devastante degli antibiotici sul microbiota e quindi sull’intero organismo.

Gli scienziati, o meglio, alcuni uomini di scienza “illuminati” ricominciarono ad usare l’ozono come disinfettante e a studiarne gli effetti che includevano:

  • potere antinfiammatorio
  • antiossidante
  • immunomodulante
  • riattivante del microcircolo

A partire dagli anni ’90 iniziarono a comparire i primi articoli scientifici su riviste mediche con una casistica progressivamente più numerosa.

I campi di applicazione erano innumerevoli per innumerevoli patologie ma soprattutto nella cura delle ernie del disco.

Le applicazioni di ossigeno-ozono sono assolutamente innocue e prive di effetti collaterali.

Trattandosi di ossigeno non è possibile essere allergici e, dato che si parla di medicina naturale, non presenta controindicazioni assolute.

Le modalità di applicazione sono di vario tipo.

Si va dalle infiltrazioni peri e intrarticolari, alla piccola e grande autoemoterapia, alle insufflazioni endorettali-vescicali-vaginali, fino all’utilizzo di acqua ozonizzata, prodotta tramite appositi gorgogliatori.

Buona parte del mondo medico continuava a ritenere la tecnica priva di efficacia, ciò nonostante i pazienti continuavano a guarire…

Alla diffusione dell’ozono si accompagna la presenza di un suo uso da parte di personale non medico e il manifestarsi di una serie di problematiche legate agli effetti collaterali causati da errate procedure.

Questo permise di determinare una circolare da parte del ministro della Sanità Sirchia che ne sospese l’uso in Italia (Gennaio 2003).

A questo seguirà qualche mese dopo la sospensiva della circolare ministeriale a cura del TAR Lazio e la fondamentale Circolare della Regione Lombardia.

L’uso è stato così autorizzato esclusivamente in ambulatori medici e a cura di personale medico.

L’ozonoterapia arriva ai primi anni del 2000 con casistiche ormai imponenti fino al 2020, anno in cui si curano con l’ozono i malati di COVID-19.

L’ insufflazione rettale di ozono

L’Ossigeno-Ozono è introdotto nell’organismo attraverso il retto e la sua mucosa, come se si trattasse di una supposta, inducendo effetti sia sistemici che locali.

In particolare l’effetto antiflogistico del gas e soprattutto l’azione antisettica, distruggendo la flora anaerobia, favoriscono lo sviluppo di quella aerobia.

Si tratta di una tecnica molto efficace nelle:

Patologie infiammatorie acute e croniche dell’intestino crasso retto-colite ulcerosa, morbo di Crhon, diverticolosi/ite, stipsi cronica, iperammoniemia da cirrosi epatica scompensata
Patologie acute e croniche della prostata prostatiti, ipertrofia prostatica benigna
Patologie andrologiche impotenza di origine vascolare funzionale ed organica, trattamento dell’infertilità
Patologie dermatologiche Herpes Simplex orale e sessuale, Herpes Zooster anche oculare, acne, alopecia areata, caduta capelli, foruncolosi, verruche, linfoedema, micosi, eczemi anali ed inguinali, piaghe da decubito e diabetiche, psoriasi, dermatiti e neurodermiti
Infezioni acute e croniche della vescica cistiti
Pielonefriti
Infezioni cute e croniche nell’apparato genitale femminile annessiti tubariche ed ovariche, bartoliniti, infezioni batteriche, protozoarie e micotiche anche cronicizzate, cistiti, vaginiti, mestruazioni dolorose

Inoltre il drenaggio del sangue proveniente dall’intestino attraverso i vasi mesenterici, garantisce un immediato trasporto dell’ozono legato ai globuli rossi, attraverso le vie portali al fegato, con importanti indicazioni terapeutiche:

  • patologie acute e croniche del fegato (azione detossificante)
  • cirrosi epatica compensata e non

Nell’insufflazione rettale (tecnica è assolutamente indolore) si utilizzano fino a 300 ml di miscela di ozono-ossigeno tramite un piccolo catetere monouso.

Quest’ultimo deve essere introdotto nell’apertura anale del paziente.

Le concentrazioni usate vanno dai 15 a 35 μg/ml di O3/O2.

L’ozono entra in contatto con le pareti dell’intestino producendo reazioni chimiche simili a quelle indotte dalla grande autoemoterapia.

Per questo motivo può essere utilizzato con le stesse indicazioni dell’autoemo, magari in pazienti con difficoltà di accesso venoso o di tipo psicologico, che invece deve essere condotta esternamente al corpo con una bombola aggiungendo al sangue la miscela gassosa.

Utilizzi delle insufflazioni rettali con Ossigeno e Ozono

In tutte le malattie in cui i tessuti necessitano di una maggiore ossigenazione Diabete Mellito, artrosi, arteriosclerosi, ulcere topiche, osteoporosi, morbo di Parkinson, morbo di Raynaud, insufficiente irrorazione arteriosa periferica, flebopatie, coronaropatia arteriosclerotica, degenerazione maculare senile, distacco retinico, cefalee, sordità, disturbi della memoria
Febbre, Infezioni ricorrenti
In tutte le malattie che necessitano di una regolazione del sistema immunitario Allergie (Rinite, Asma bronchiale), intolleranze alimentari
Tutte le collagenopatie
Malattie autoimmuni Artrite reumatoide, LES, sclerodermia, sclerosi a placche , artrite reumatoide, psoriasi e artrite psoriasica, spondilite anchilosante etc.

Ossigeno-ozono come Antiaging

L’ozono è già impiegato con successo, nella Sindrome da fatica cronica, nella Fibromialgia, nelle ernie lombari e cervicali e nelle artrosi.

Inoltre nel nostro studio è possibile associare all’Ozonoterapia per via endorettale anche le infiltrazioni paravertebrali di O2O3.

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Importante anche l’Agopuntura che può offrire un ulteriore aiuto in questi soggetti grazie alla sua azione antidolorifica, immunomodulante e riequilibrante.

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La pratica è stata utilizzata anche nel mondo dello sport, dato che inizialmente non era proibita dai regolamenti.

Alla fine degli anni duemila si scoprì, infatti, che essa era stata utilizzata su diversi ciclisti.

Tale pratica non è rilevabile dai controlli antidoping, in quanto non impatta sui parametri di ematocrito ed emoglobina.

Nonostante ciò WADA, l’Agenzia mondiale antidoping, l’ha dichiarata illegale e perseguita come tale.

Questo perché aumenterebbe il livello di ossigeno nel sangue, infliggendo quindi squalifiche fino a 24 mesi agli atleti che si è scoperto essersi sottoposti a ozonoterapia.

Nonostante ciò l’argomento è ancora controverso e alcune sentenze vanno in direzione diversa non ritenendo che l’ozonoterapia abbia effetto dopante.

Questa metodica oggi trova diffusione in alcuni paesi, quali

  • Canada
  • Stati Uniti
  • Repubblica Popolare Cinese
  • Germania
  • Giappone
  • India
  • Italia
  • Spagna
  • Cuba
  • Svizzera.

Nel nostro studio si possono effettuare sedute di insufflazioni endorettale associate o meno ad infusioni endovenose di vitamine e antiossidanti con frequenza settimanale, bisettimanale o mensile, previa valutazione medica.

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