Trattamento della lombalgia acuta, subacuta e cronica

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Linee guida internazionali ed esperienza personale con agopuntura ed ozonoterapia

Di seguito una delle linee guida per la lombalgia, perfettamente in linea con le precedenti e con quelle di altri Paesi.

Da sottolineare che negli Stati Uniti esiste un alto tasso di pazienti in sovrappeso e addirittura obesi, anche questo in tendenza con il nostro Paese, e che non viene assolutamente praticata, che io sappia, l’ozonoterapia in quanto negli USA il sistema sanitario è totalmente a carico delle assicurazioni private e queste non hanno nei loro nomenclatori le terapie quali ’ossigeno-ozono, l’agopuntura o l’acido ialuronico.

Molto usati in questi Paesi sono i cortisonici, gli antinfiammatori e gli antidolorifici, oltre agli antidepressivi (duloxetina).

Sottolineo che la mia esperienza in campo, ultraventennale, mi ha portato a pensare che se dopo 3 o 5 giorni di antinfiammatorio il dolore lombare non passa è inutile proseguire ed è necessario ricorrere a terapie alternative che vanno decise ad personam da un esperto operatore.

Descrizione

L’American College of Physicians (ACP) ha sviluppato questa linea guida per presentare le prove e fornire raccomandazioni cliniche sul trattamento non invasivo della lombalgia.

Metodi

Utilizzando il sistema di classificazione ACP, il comitato ha basato queste raccomandazioni su una revisione sistematica di studi randomizzati e controllati e revisioni sistematiche pubblicate fino ad aprile 2015 sui trattamenti farmacologici e non farmacologici non invasivi per la lombalgia.

Ricerche aggiornate sono state eseguite fino a novembre 2016.

I risultati clinici valutati includevano la riduzione o l’eliminazione della lombalgia, il miglioramento della funzione specifica e generale della schiena, il miglioramento della qualità della vita correlata alla salute, la riduzione della disabilità lavorativa e il ritorno al lavoro, il miglioramento globale, numero di episodi di mal di schiena o tempo tra gli episodi, soddisfazione del paziente ed effetti avversi.

Pubblico di destinazione e popolazione di pazienti

La popolazione di pazienti di destinazione include adulti con lombalgia acuta, subacuta o cronica.

Raccomandazione 1

Dato che la maggior parte dei pazienti con lombalgia acuta o subacuta migliora nel tempo indipendentemente dal trattamento, i medici e i pazienti dovrebbero selezionare un trattamento non farmacologico con calore superficiale, massaggio, agopuntura o manipolazione spinale.

Se si desidera un trattamento farmacologico, medici e pazienti devono selezionare farmaci antinfiammatori non steroidei o miorilassanti.

Raccomandazione 2

Per i pazienti con lombalgia cronica, medici e pazienti dovrebbero inizialmente selezionare un trattamento non farmacologico con esercizio, riabilitazione multidisciplinare, agopuntura, riduzione dello stress basata sulla consapevolezza, pilates, yoga, esercizio di controllo motorio, rilassamento progressivo , biofeedback elettromigrafico, tecarterapia, terapia cognitivo comportamentale o trattamenti osteopatici.

Raccomandazione 3

Nei pazienti con lombalgia cronica che hanno avuto una risposta inadeguata alla terapia non farmacologica, i medici e i pazienti devono considerare il trattamento farmacologico con farmaci antinfiammatori non steroidei come terapia di prima linea, o tramadolo o duloxetina come terapia di seconda linea.

I medici dovrebbero considerare gli oppioidi solo come un’opzione nei pazienti che hanno fallito i trattamenti di cui sopra e solo se i potenziali benefici superano i rischi per i singoli pazienti e dopo una discussione sui rischi noti e sui benefici realistici con i pazienti.

Esperienza personale

Il trattamento delle lombalgie acute è di infiltrare in paravertebrale, nella zona interessata, una miscela di ossigeno-ozono che ha una azione antiedemigena ed antinfiammatoria.

Vengono praticate almeno 3 o 4 sedute di ozonoterapia con lo scopo di sfiammare, ridurre il dolore e ridurre la compressione della radice nervosa da parte del disco infiammato e protruso.

A questo punto, dopo circa un mese, si valuta il proseguo del trattamento sulla base dell’evoluzione clinica:

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