Dieta – Sapete già che il cibo non è tutto uguale, che esistono cibi alcalinizzanti, acidificanti, che esistono le vitamine, le fibre ed i sali minerali.
Sappiamo delle farine, dei grani, dei grassi…ma sappiamo cosa succede quando ingeriamo un cibo?
Cosa determina il senso di fame e di sazietà?
Perché preferiamo alcuni cibi anziché altri?
Ma soprattutto, sappiamo perché ingrassiamo?
L’OMS definisce il sovrappeso e l’obesità come condizioni caratterizzate da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale da influire negativamente sullo stato di salute del singolo individuo.
L’obesità si può definire come un eccesso di tessuto adiposo che viene espresso come indice di massa corporea (BMI) > 30 kg/m2 (di altezza) e corrisponde ad un aumento di circa il 20% del peso corporeo relativamente a quello ritenuto ideale.
Distinguiamo una obesità di tipo ginoide con distribuzione del grasso a livello periferico, particolarmente al cingolo pelvico e alla radice delle cosce (gluteo-femorale), ed una obesità di tipo androide, con distribuzione prevalentemente centrale, addominale a livello omentale e mesenterico (grasso viscerale).
Questi due biotipi si distinguono per il rapporto circonferenza vita-fianchi (WHR).
Biotipo Androide | Biotipo Ginoide |
WHR > 0,90 nell’uomo > 0,85 nella donna | WHR < 0,85 nella donna |
Malattie cardiovascolari sistemiche | Malattie vascolari locali |
– Ateriosclerosi | Flebopatie |
– Ipertensione arteriosa | Capillari |
– Infarto miocardico | Edemi |
– Ictus cerebrale | Ulcere arti inferiori |
– Patologie degenerative croniche (diabete, gotta) | Linfopatie, cellulite |
Ciò che influenza la distribuzione del grasso corporeo è la regolazione ormonale.
Il biotipo androide è associato a ipercortisolemia e a iperlipogenesi.
La massa grassa è concentrata maggiormente a livello addominale ma anche al tronco, le gambe sono sottili ed hanno una preferenza per i cibi salati, grassi e bevande alcoliche.
Quando si mettono a dieta dimagriscono facilmente.
In questi pazienti è particolarmente importate ridurre l’apporto di carboidrati.
Rispondono bene alla dieta chetogenica.
Hanno più energie la mattina ed è in questi orari che devono fare sport.
Il biotipo ginoide è associato a iperinsulinemia e a ipolipogenesi.
La massa grassa è soprattutto a livello gluteo-femorale, hanno una preferenza per i dolci, una grande resistenza alla fatica e sono caratterizzati da un metabolismo lento che risponde poco alla restrizione ipocalorica.
Mostrano problemi circolatori distrettuali come cellulite, linfedemi.
La forma “a pera” è caratteristica delle donne e degli uomini che producono troppa insulina, troppi estrogeni e poco testosterone.
L’alimentazine sarà rivolta a potenziare la tiroide e la produzione di Gh mediante l’assunzione di carboidrati e aumentando il dispendio energetico mediante l’attività fisica.
In entrambi i biotipi va assicurata la quota proteica per evitare che il dimagrimento avvenga a carico della massa magra.
Il tessuto adiposo viscerale ha funzione di contenimento e sostegno degli organi interni; il grasso periferico, sottocutaneo, ha principalmente la funzione di protezione termica e di riserva energetica.
Il grasso viscerale è metabolicamente molto attivo in quanto è sede di una intensa attività lipolitica che comporta un aumentato rilascio nella circolazione portale di acidi grassi liberi (FFA, Free Fatty Acids), i quali a livello epatico, sono il substrato per la sintesi di trigliceridi.
In condizioni normali circa il 5-10% degli acidi grassi liberi immessi nella vena porta originano dal grasso viscerale.
Quando questo, però, è presente in eccesso, la percentuale di FFA rilasciata nel circolo sanguigno sale a 50%.
L’aumento del volume dell’adipocita, dovuto all’accumulo di acidi grassi, determina una modificazione del tessuto adiposo tale da determinare una ipossia cellulare.
Gli adipociti, le cellule del tessuto adiposo, producono ed immettono in circolo anche citochine come la IL-6 e il TNFα (fattore di necrosi tumorale alfa) che richiamano dal circolo periferico le cellule dell’infiammazione come i macrofagi ed i linfociti.
Avviene una minor produzione di molecole antinfiammatorie come l’adiponectina e si registra una maggior concentrazione sierica di proteine della fase infiammatoria acuta.
Ecco perché l’obesità si associa con l’infiammazione cronica di basso grado che si associa alle patologie dell’insulino-resistenza e alla sindrome metabolica, fattore di rischio significativo per lo sviluppo di Diabete Mellito tipo II e malattie cardio-vascolari.
Una perdita di peso modesta (5-10%) è già associata ad un miglioramento significativo della pressione arteriosa e del profilo lipidico, riducendo i livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL, aumentando l’HDL.
Eppure molti pazienti non riescono a perdere peso o non riescono a mantenere la stabilità ponderale a lungo termine.
Si parla, a questo punto, di comportamento alimentare deregolamentato.
Ma vediamo cosa regola la fame e cosa l’appetito.
Dal punto di vista strettamente fisiologico, la finalità dell’assunzione di cibo è quella di assicurarsi l’apporto di substrati, dei micro e dei macronutrienti , necessari all’organismo per la sopravvivenza.
La fame è una sensazione viscerale, stimolata dal bisogno di cibo, non legata ad uno specifico alimento.
Lo stomaco vuoto (produzione di grelina) ed i bassi livelli ematici di glucosio, sono i principali esempi di causa di sensazione di fame.
L’appetito esprime il desiderio di mangiare uno o più alimenti specifici e non è necessariamente legato ad una reale necessità di nutrimento.
É connesso con il gusto e la gratificazione associati ad un determinato cibo, ed è accentuato da segnali di stimolazione sensoriale (visiva, olfattiva, uditiva, gustativa) provenienti dall’esterno, da condizionamenti ambientali, psicologici e familiari che identificano il cibo con il piacere.
La sensazione di sazietà o di pienezza gastrica indica un appagamento del senso di necessità di cibo che permette di interrompere il pasto e compare circa 20 minuti dopo l’inizio del pasto.
Per questo è importante masticare bene e mangiare lentamente.
La sede anatomica che presiede al controllo dell’appetito, della fame e della sazietà è l’ipotalamo.
Abbiamo un centro della fame e un centro della sazietà.
Questi centri sono in costante collegamento con altre strutture cerebrali (corteccia cerebrale, sistema limbico, sistema nervoso autonomo) e ricevono stimoli biologici interni derivanti da:
- Depositi dell’organismo
- liquido extracellulare
- tessuto adiposo
- tessuto muscolare
- fegato
- Dall’apparato digerente
- distensione delle pareti addominali
- alimenti digeriti
Segnali di sazietà
- INSULINA (prodotta dal pancreas dopo un carico di carboidrati).
- LEPTINA (prodotta dal tessuto adiposo in maniera proporzionale alla quantità di massa grassa).
- CCK (colecistochinina prodotta dalle cellule I dell’intestino dopo l’ingestione del pasto).
- GLP1 (glucagon-like peptide 1, secreto dopo i pasti, ha la funzione di controllare la glicemia aumentando la produzione di insulina, riducendo la produzione di glucagone, rallentando la motilità e lo svuotamento gastrico, diminuendo l’appetito).
- PYY (peptide YY, prodotto dalle cellule L intestinali, dopo un pasto, inibisce il rilascio del neuropeptide Y, riducendo la fame, aumenta il tempo di svuotamento gastrico e riduce l’appetito).
- NEURONI ANORESSIGENI (pomc/cart).
Segnali di appetito/fame
- GRELINA (ormone prodotto dalla stomaco e dal duodeno in condizioni di digiuno. É un antagonista della leptina e dell’insulina, segnali di sazietà).
- NPY- neuropeptide Y (secreto dal pancreas, dal sistema nervoso centrale e dal tessuto adiposo).
- OPPIOIDI INTERNI.
- ENDOCANNABINOIDI.
- MCH (Melanin concentrating hormone).
Fattori esterni che aumentano l’appetito
1) STIMOLI DI NATURA SENSORIALE
- vista
- odore
- gusto
2) MESSAGGI DI TIPO COGNITIVO ED EMOZIONALE
3) CONTROLLO EXTRA IPOTALAMICO
L’ipotalamo riceve informazioni tramite il rilascio di ammine cerebrali che hanno un ruolo nella regolazione dell’assunzione del cibo:
- noradrenalina: effetto oressigeno, inibendo i neuroni anoressigeni
- adrenalina: azione anoressizzante
- dopamina: effetto oressigeno
- serotonina: offre un precoce senso di sazietà; riduce l’ingestione di carboidrati, aumenta l’ingestione delle proteine. É un potente anoressizzante e la a sua azione è potenziata dalla leptina
- GABA
- NO: ossido nitrico
Cosa succede durante una dieta?
I fattori che tendono a far recuperare il peso perduto
I livelli di insulina e leptina, ormoni legati al senso della sazietà, tendono a diminuire, come conseguenza della perdita di peso.
A livello cerebrale, la riduzione delle riserve adipose, attiva tutti i centri ipotalamici, stimolando la produzione del NPY (segnale di fame) e del peptide correlato alla proteina Agouti (Ag RP) che aumentano l’appetito, stimolando la ricerca del cibo.
D’altra parte, la riduzione delle riserve energetiche determina una ridotta sensibilità nei confronti dei segnali di sazietà (CCK) e quindi una maggior predisposizione a consumare maggiori quantità di cibo.
É proprio in questo momento che il paziente deve comprendere che la dieta si deve convertire in stile di vita, deve comprendere che le motivazioni iniziali non possono essere dimenticate, perché quando abbiamo cominciato una dieta, eravamo convinti che significassero qualcosa per noi!
Bisogna sempre avere ben chiaro perché vogliamo perdere peso e perché vogliamo intraprendere la strada della dieta, altrimenti cambieremo presto idea.
Bisogna anche aver chiaro perché siamo ingrassati e lavorarci sù.
Una volta che abbiamo stabilizzato il nostro peso, i fattori ormonali non peseranno più negativamente e noi avremo una seconda possibilità nella vita.
Nel prossimo articolo parlerò di dieta chetogenica, valido strumento per perdere peso, aumentare l’autostima e regalarci una possibilità di rinascita.
[…] La strada per la dieta – prima parte […]
la prima parte è rappresentata dall’articolo pubblicato l’8 Maggio…si intitola “la strada per la dieta-prima parte”… mi scusi se non ho risposto prontamente.
Buona giornata e soprattutto buona lettura
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